È arrivata la stagione del kaki 柿, il “melo d’Oriente”, il frutto nazionale giapponese.
Un frutto che amo moltissimo, per il suo colore gioioso, la bella forma tondeggiante e un sapore morbido e dolce che è proprio dell’autunno.
Se si viaggia in Giappone in questa stagione, soprattutto nelle zone di montagna, si possono vedere file di cachi appesi ad asciugare all’aria aperta. Una volta pronti, questi kaki diventano un frutto essiccato, dolcissimo, che spesso viene utilizzato come ornamento decorativo di Capodanno.
Il kaki è anche una presenza importante nella letteratura e nell’arte giapponese. È una classica “parola di stagione”: dire “kaki” significa richiamare immediatamente l’autunno.
Se vuoi saperne di più sul kaki giapponese, qui trovi un interessante approfondimento, scritto dal giardiniere Giulio Veronese, ricchissimo di notizie, fotografie e curiosità.
Sul palmo della mano
rosseggia, rutilante nella sua pienezza,
un cachi.
Santōka Taneda (1882-1940)
In Giappone si contano oltre un migliaio di cultivar di Kaki di ogni forma, colore e dimensione: tondi, oblunghi o schiacciati, rossi e gialli, con costolature o rugati, con o senza semi.
Ma la distinzione principale è fra kaki astringenti e non astringenti.I primi, shibugaki (渋柿), hanno la caratteristica di allappare la bocca quando non sono completamente maturi.
- Shibui
Ed ecco che vengo al punto, all’argomento che mi interessa sviluppare. La parola Shibui letteralmente significa “aspro, astringente”, come il sapore caratteristico di un kaki acerbo.
È un termine giapponese che esprime un ideale estetico. Il fascino di un oggetto shibui sta proprio nel suo essere un ‘frutto acerbo’, la cui bellezza è nascosta, si intuisce ma va scoperta poco a poco, dandole il tempo di maturare.
Una bellezza nobile che racchiude in sé i tratti della sobrietà, della riservatezza e della moderazione.
Nell’Ikebana, una composizione floreale possiede la qualità dello shibumi quando, per esempio, non è sgargiante nel colore ed essenziale nella forma.
- Kaki, simbolo di pace
Infine il kaki è anche un simbolo di pace e di rinascita. Nel 1995 l’artista Miyajima Tatsuo e il biologo Ebinuma Masayuki hanno creato un progetto per piantare nel mondo nuove piantine di kaki ricavate dall’unico esemplare sopravvissuto alla catastrofe atomica di Nagasaki.
Qui trovi raccontato il loro progetto in italiano.
vecchio villaggio –
non c’è casa che non abbia
un albero di cachi
Matsuo Bashō (1644-1694)