Scrivo con la mano destra, affetto il pane con la sinistra, lancio un sasso nell’acqua con la sinistra, impugno le forbici con la sinistra. Potrei continuare questo elenco all’infinito.
La spiegazione del fenomeno è semplice e ben conosciuta: sono una mancina “corretta”. Niente di grave, almeno in apparenza. Se non fosse per la difficoltà ad orientarmi nello spazio e a distinguere la destra dalla sinistra.
Ma le sorprese sono sempre dietro l’angolo e così, durante la mia partecipazione ad un seminario tenuto da Lorena Pais e Mara Della Pergola dal titolo “Feldenkrais e Arteterapia”, scopro, emozionandomi, che dipingo con la mano sinistra. L’evento si manifesta spontaneo davanti ai miei occhi con lampante evidenza: scelgo il pennello, lo afferro e sento sbocciare improvvisamente dentro di me la rivelazione di un’espressività ‘mancina’ tanto naturale quanto inattesa. Il mio gesto creativo è dunque rimasto gioiosamente libero dai condizionamenti dell’educazione!
E il disegno che realizzo, seppur nella sua semplicità, sottolinea questa scoperta. Mi ritrovo infatti a dipingere la sagoma della mia mano sinistra con un colore denso ed una pennellata materica; la sua presenza sul foglio ha una qualità palesemente diversa rispetto alla rappresentazione della mano destra, rivendicando una presenza che ora più che mai vuol farsi vedere e sentire.
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