Soffro della sindrome del “letargo-invertito”. Non appena il termometro di casa supera i trenta gradi entro in uno stato di quiescente torpore che perdura sino ai primi temporali di fine estate. Al fiorire delle rose d’autunno mi risveglio ed è la mia primavera. È così da sempre e credo che il fenomeno abbia qualcosa a che vedere con la mia accidentale nascita nel mese di novembre.
Quest’anno non appena l’aria s’è rinfrescata ho ricominciato a correre. L’ho fatto con l’entusiasmo di questa bambina, ritratta nella fotografia, che zampetta spensierata verso il mare. Tutte le mattine infilo le mie scarpe e corro per il solo piacere di farlo, osservando soddisfatta come cambia la qualità del movimento, sentendo che l’appoggio dei piedi diventa via via più morbido e la falcata sempre più elastica. Corro e canto, facendo tesoro di un prezioso insegnamento regalatomi dal metodo Feldenkrais: un eccessivo sforzo nel voler migliorare ostacola l’apprendimento.