L’ikebana, il concetto di soglia e le ciabatte. È un collegamento un po’ strambo, ma adesso cerco di spiegarmi meglio. Lo spunto me l’ha dato un articolo dove si racconta dell’abitudine giapponese di indossare le pantofole quando si entra in un luogo chiuso (ci sono anche quelle speciali per l’uso dei servizi igienici).
Le case tradizionali hanno il pavimento realizzato con i tatami, pannelli con telai di legno rivestiti di paglia intrecciata e pressata. Più morbidi rispetto ai nostri pavimenti, i tatami sono facilmente deteriorabili: ecco perché non si cammina mai con le scarpe ma con le calze.
Togliersi le scarpe prima di entrare in un luogo chiuso è dunque una tradizione che ha origini molto antiche. Sui tatami si cammina con le calze, mentre negli altri spazi interni si usano le ciabatte.
Ecco il punto su cui vorrei soffermarmi: l’attenzione che la cultura giapponese attribuisce al concetto di soglia. C’è un uchi (interno) e un soto (esterno) e i confini dentro-fuori sono sempre ben marcati e sottolineati da oggetti, simboli o spazi che segnalano il momento del passaggio e della transizione.
Questa soglia è fondamentale anche nella pratica dell’ikebana.
Se inizio a realizzare una composizione senza tener conto di questo passaggio, rischio di cadere in uno stato di frustrazione dovuto al fatto che trascino con me, dentro lo spazio dell’ikebana, le tensioni e la routine della vita quotidiana.
Prima d’iniziare è sempre bene trovarsi in una condizione di distacco dal quotidiano, così da potersi predisporre ad un dialogo autentico e profondo con la natura; un dialogo che ci dà soddisfazione perché ci arricchisce.
Naturalmente trovo che questo sia un ottimo modo per affrontare tutte le attività che hanno bisogno di godere di uno stato di calma.
Come fare? Non esiste una formula universale. C’è chi si concentra sul respiro, chi ama leggere una poesia o il passaggio di un libro, chi semplicemente si prende del tempo per sorseggiare una bevanda. Un’ottima idea potrebbe essere quella di silenziare il cellulare!
Quindi, per concludere, ecco la domanda: qual è il tuo modo, quali sono le tue ‘pantofole’ per varcare la soglia?